Il tema di indagine è orientato alla lettura della trasformazione dei modelli abitativi moderni negli ambiti periferici e si muove a ritroso intorno ad un periodo temporale che va dalla contemporaneità al secondo dopoguerra, sviluppando nella trattazione gli anni ’50 in Italia. Lo scopo del presente lavoro è quello di rileggere i progetti delle grandi espansioni storiche residenziali della città europea e italiana, per inquadrare le problematiche che hanno condotto alla periferia attuale. La seguente lettura contiene un distinguo iniziale tra due caratteri particolari: l’evidente rigidità di alcune strutture realizzate di fronte alle trasformazioni che il tempo impone e la malleabilità di altre. Complessità, distonie e crescita corrispondono rispettivamente alle tre sezioni del testo; la descrizione del contemporaneo, nella prima parte, documenta l’urgenza di un progetto strategico degli impianti residenziali, ponendo in evidenza la forte distanza fra produzione e necessità attuali; la rilettura storica, nella seconda parte, indaga le modalità con cui sono stati affrontati i progetti di espansioni residenziale, riflettendo sul momento storico nel passato più prossimo in cui l’urgenza residenziale si è concretizzata, il dopoguerra. Infine l’elaborazione dei quadri emergenti, nella terza parte, in cui la trasformazione dei modelli insediativi residenziali moderni è ricondotta all’interno delle due categorie distinte: il sistema verticale che predomina nel primo Novecento e il sistema orizzontale a cui si passa nel periodo successivo. Il punto di flesso o passaggio è segnato nel secondo dopoguerra dall’intervento romano Tuscolano III (A. Libera, 1951), la prima piastra orizzontale realizzata che raccoglie le teorie del primo Moderno e anticipa le istanze del secondo Moderno.