“Può una macchina pensare?” Appena formulata, la domanda fondante dell’Intelligenza Artificiale trascende immediatamente i confini della tecnica e perfino della scienza. In questo testo, essenzialmente teoretico, si sostiene la tesi che l’Intelligenza Artificiale è “una continuazione della Filosofia con altri mezzi”, parafrasando la celebre formula di Von Clausewitz su guerra e politica. Al di là degli accadimenti tecnici o scientifici, si impone, dunque, una disamina filosofica della storia e della teoria di questa disciplina, senza dubbio la più foriera di cambiamenti per i decenni a venire. Lo scopo è duplice: per i filosofi, riconoscere nell’Intelligenza Artificiale gli stessi caratteri del resto della Filosofia e lo stesso anelito per il Vero, oltre la matematica e la logica simbolica; per i ricercatori di Intelligenza Artificiale, riconoscere l’identità (non l’analogia o la somiglianza o la preveggenza, ma l’identità) delle proprie problematiche con quanto la Storia della Filosofia ha prodotto in oltre due millenni.