Il Quaderno 5 della Collana Unassyst intitolato La leadership vissuta. Storie autentiche dal cuore delle organizzazioni” nasce da molte voci ed esperienze che raccontano vissuti di leadership.
Come scrive Manola Mazzotta, curatrice del volume e promotrice insieme a Unassyst di questo progetto editoriale, i racconti aiutano a migliorare la comprensione delle dinamiche organizzative e a interpretare le traiettorie evolutive della leadership, e fanno molto altro ancora, perché stimolano la capacità di immaginare alternative e quindi favoriscono la produzione di nuove visioni e di innovazione.
I racconti presentati parlano di esperienze con stili di leadership ispiratrici in grado di alimentare la passione e la creatività dei collaboratori; descrivono il benessere lavorativo che deriva dal supporto e dall’ascolto; forniscono una testimonianza delle leve che alimentano creatività e innovazione nel problem solving; parlano di collaboratori che si sentono liberi di esprimere le proprie idee e di contribuire appieno al successo dell’organizzazione; presentano esperienze reali di flessibilità, innovazione e capacità di apprendere dagli errori; ma raccontano anche disarmonie; tossicità del clima lavorativo; delusioni e fattori che inibiscono l’espressione del potenziale individuale.
Le storie di Emma Abbiati, Valentina Agnello, Simona Vittoria Bait, Rosetta Barbagallo, Dedi Bellotti, Monica Bettoni, Benedetta Boracchi, Erika Caia, Michela Carta, Irene Cutrona, Annamaria Genchi, Mina Giovinazzi, Tanya Mongelli, Viviana Moriggi, Diana Notari, Sonia Pagani, Selene Rendina, Daniela Romagnoli, Silvana Sardone, Roberta Scandroglio, Victoria Tarna, parlano di una leadership vissuta che si intreccia con repertori sociali, con cambiamenti organizzativi, con negoziazione di significati, con percezioni ed emozioni.
Per anni la nostra società ha associato il concetto di leadership alle figure apicali di un’organizzazione complessa, scrive Jesus Rustici di WeHunt, ma oggi questo concetto può essere considerato obsoleto. La leadership si può, anzi, si deve affermare in qualsiasi soggetto a prescindere del suo ruolo nella specifica organizzazione.