Le ultime scoperte effettuate nel 2010 nell’area del Templo Mayor, la grande piramide sacra nel cuore di Città del Messico, gettano nuova luce su una delle civiltà più affascinanti e insieme misteriose dell’era precolombiana. L’occupazione spagnola dell’America Centrale fu un avvenimento epocale e drammatico: quel 13 agosto 1521 tramontava per sempre l’impero azteco con tutto il suo splendore travolto da conquistatori ferocemente schiavizzanti. Eppure ancor oggi una lapide nella Piazza delle Tre Culture ricorda che la caduta di Tenochtitlán non fu né trionfo né sconfitta: fu la dolorosa nascita del popolo meticcio grazie soprattutto a un fatto straordinario avvenuto sulla collina del Tepeyac: l’apparizione della Morenita. Su Guadalupe non basta quindi una lettura di fede, ma l’approccio deve allargarsi all’analisi storica, sociale, letteraria, perché l’evento del Tepeyac è considerato il centro di identificazione e riconoscimento religioso e culturale della nazione messicana. Ebbe a dire Giovanni Paolo II: “L’America, che storicamente è stata ed è crogiolo di popoli, ha riconosciuto nel volto meticcio della Vergine un grande esempio di evangelizzazione perfettamente inculturata. Per questo, non solo nel Centro e nel Sud, ma anche nel Nord del Continente, la Madonna di Guadalupe è venerata come Regina di tutta l’America”.